In questi giorni ci sono state molte polemiche sui social network riguardanti il divieto di accesso ai cani nel nuovo Starbucks Reserve Roastery di Milano: molti clienti hanno espresso il loro sdegno e la loro rabbia nei confronti di Starbucks che impedisce loro di entrare con i loro fidati animali da compagnia.
Abbiamo contattato direttamente la casa madre di Starbucks esprimendo il nostro disappunto ed in qualche ora abbiamo ricevuto una mail molto dettagliata con le spiegazioni di questo fatto che ha fatto imbestialire gli utenti italiani.

Per quanto i possessori di cani difficilmente faranno marcia indietro sulle frasi poco carine pronunciate contro Starbucks per aver impedito l’accesso al loro fido cane, come potete vedere il motivo è più che legittimo.
Lo Starbuck di Milano, come abbiamo visto in altri articoli, non è il classico Starbucks che troviamo in giro per il mondo. Come ben saprete s si tratta infatti delle versione di élite degli store aperti nel mondo: lo Starbucks Reserve Roastery di Milano è qualcosa di più di un semplice bar dove potete scoprire aromi e gusti particolari e dove potete vedere con i vostri occhi le varie fasi di tostatura del caffè.
Ed è proprio quest’ultimo uno dei motivi che impedisce l’accesso ai cani: andiamo a vedere cosa dice esattamente la mail arrivata da Starbucks:
La ‘Roastery’ è un’attività complessa che include la produzione di cibo (e nello specifico la tostatura del caffè) (Quindi non è una semplice somministrazione di cibo, comprende anche la produzione ndr). La regolamentazione attuale (Regolamentazione dell’Unione Europea n° 852/2004 del 29/04/2004 e la normativa Locale sull’igiene del 09/05/1994) impone agli operatori che producono cibo di impedire l’accesso degli animali di qualsiasi specie (fatto salvo per i cani guida per ipovedenti) in tutti i locali dove il cibo viene preparato, maneggiato e immagazzinato. A causa della configurazione del ‘Roastery’, con un singolo open space dove tutta la linea produttiva per la tostatura del caffè è a vista, l’intero locale è soggetto a questa regolamentazione, che ha come scopo finale quello di prevenire la contaminazione del cibo, con la sola eccezione degli animali che accompagnano persone con disabilità.
E’ quindi fuori da ogni dubbio che Starbucks non ha imposto il divieto di accesso ai cani nel proprio locale in Piazza Cordusio a Milano per una sorta di disprezzo verso i nostri amici fidi accompagnatori come in molti hanno affermato. Molto più semplicemente Starbucks ha dovuto attenersi ad una normativa europea e locale che impedisce l’accesso agli animali dove viene preparato il cibo. Non essendoci nei locali di Starbucks una netta distinzione fra la zona di preparazione (tostatura) del caffè e quella disponibile al pubblico, il divieto è in vigore in tutto il locale (tranne nei tavolini nella zona all’aperto di fronte all’ingresso).
Per la normativa in vigore, fare entrare un cane nella Roastery equivarrebbe a farlo entrare nella cucina di un ristorante o nel magazzino di un bar!
State tranquilli, i prossimi Starbucks che apriranno in Italia non avranno questa limitazione in quanto non avendo la tostatura del caffè “a vista” avranno la stessa normativa dei nostri normali “bar”.